sâmbătă, 12 iulie 2008

digiuni nel ebraismo

Tutti i digiuni se capitano di Shabbat vengono anticipati o spostati. Il Kippur ovviamente fa eccezione, appartenendo alle feste comandate dalla Torah (Mideoraita).


Zom Ghedalià
Il digiuno di Ghedalià viene il 3 del mese di Tishrì e ricorda l'uccisione di Ghedalià, governatore di Gerusalemme, per mano dei babilonesi. La sua morte significò per gli ebrei perdere quel poco di autonomia che Nabucodonosor aveva loro concesso dopo aver distrutto il primo Bet Hamikdash.


Asarà Be-Tevet
Asarà Be-Tevèt (10 di Tevet) ricorda l'inizio dell'assedio posto dai babilonesi e dai romani a Gerusalemme. La tradizione vuole che sia la prima invasione (babilonese nel 586 a.C.) che la seconda (romana nel 70 d.C.) sia avvenuta nello stesso periodo dell'anno.


Taanìt Ester
Il digiuno di Ester cade il 13 del mese di Adar e ricorda il digiuno che fece Ester in seguito all'editto di Hamman (di cui parlerò in modo più approfondito nel topic riguardante la festa di Purim).


Shivà Asàr Be-Tamuz
Shivà Asàr Be-Tamùz (17 di Tamuz) ricorda l'entrata dei babilonesi e dei romani a Gerusalemme.

Tra Shivà Asar Be-Tamuz al successivo digiuno, Tishà Beàv (10 di Av) intercorrono tre settimane che si chiamano Ben Hammezarìm (tra le distrette) e vanno vissute in lutto: in questo periodo non si indossano vestiti nuovi, non si assaggiano cibi nuovi, non si celebrano matrimoni e non si fanno feste. Nei tre Shabbatòt che cadono in questo periodo si usa leggere come Haftarà dei capitoli in cui il popolo ebraico viene ammonito per le sue colpe e avvertito delle conseguenze di queste.

I segni di lutto sono ancora più sentiti a partire da Rosh Chodesh Av e soprattutto nella settimana di Tishà Beav: in questi giorni si usa astenersi dal mangiare carne, bere vino, tagliare i capelli e la barba. In ricordo dell'incendio che i romani appiccarono al Bet Hamikdash, che durò fino a mezzogiorno del 10 di Av non si mangia carne nemmeno la sera in cui termina il digiuno e il giorno dopo fino a mezzogiorno.


Tishà Beav
Questo digiuno, che cade, come già detto, il 9 del mese di Av, è il più rigoroso perché ricorda l'avvenimento più nefasto della storia del popolo ebraico: la distruzione del Bet Hamikdash, avvenuta in questo giorno nel 586 a.C. per mano dei babilonesi e nel 70 d.C. per mano dei romani. Inizia la sera precedente al tramonto e termina la sera del 9 di Av (gli altri digiuni invece durano dall'alba al tramonto).

In questo giorno si celebrano gli stessi atti penitenziali di Kippur, anche se si può accendere la luce, prendere l'auto, lavorare (tranne la mattina), ecc. Non si indossano il Talled e i Tefillin la mattina (il pomeriggio invece è permesso).

Nel pomeriggio che precede Tishà Beav si usa fare un pasto abbondante chiamato Seudà Mafsè, in cui si mangia, al termine, un uovo sodo (segno di lutto).

La mattina del 9 di Av si legge nella Torah un passo in cui viene preannunciato l'esilio del popolo ebraico e la Meghillà di Echà (Lamentazioni). Quest'ultima si legge anche la sera.

Tutti gli adulti sono obbligati a digiunare: solo i malati o coloro a cui non mangiare può provocare problemi di salute ne sono esentati.

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